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LEGRENZI  RENAISSANCE  MUSIC

 

È strano che alcuni importanti repertorî musicali debbano ancora ricevere o stiano ricevendo soltanto ora una qualche attenzione approfondita. È il caso della musica vocale di genere sacro del compositore clusonese GIOVANNI LEGRENZI (1626-1690).
Ammirato da Bach e da Händel, Giovanni Legrenzi fu senza dubbio uno dei compositori piú importanti e influenti della sua generazione, svolgendo un ruolo di primo piano nello sviluppo del nuovo stile concertato che proprio intorno alla prima metà del secolo
XVII si stava affermando nell'Italia settentrionale.
A parte alcune composizioni sopravvissute in forma manoscritta, l'intera produzione di musica sacra di Giovanni Legrenzi è contenuta nei dieci volumi consegnati ai torchi degli stampatori veneziani Alessandro Vincenzi (opere 1, 2, 3), Francesco Magni (opere 5, 6, 7 e 9), Giuseppe Sala (opere 15 e 17), e l'editore bolognese Giacomo Monti (opera 10) nel periodo compreso tra il 1654 e il 1692. Ogni pubblicazione è stampata nel caratteristico formato in ottavo di 16 cm. di larghezza per 22 cm. di altezza, in singoli «libri-parte» corrispondenti alla disposizione vocale e strumentale scelta volta in volta dal compositore.

Sebbene l'arte di Legrenzi come compositore di musica sacra sia sublime, ancora oggi essa è trascurata ed è ben lungi dal ricevere dagli esecutori e dai musicisti, in generale, l'attenzione, la stima e l'interesse che meriterebbe.
È un mondo ancora da scoprire!

Con questo significativo progetto dedicato alla riscoperta del repertorio sacro di Legrenzi, Giovanni Acciai, Ivana Valotti con l'ensemble vocale e strumentale «Nova Ars Cantandi», gruppo costantemente impegnato nella ricerca di nuove opere musicali italiane inedite, mirano a colmare questa grande lacuna.

Il loro pensiero è che il ricco patrimonio artistico-musicale del passato che l'Italia custodisce non sia un patrimonio esclusivamente italiano ma rappresenti un tesoro musicale europeo che deve essere preservato.
Per questo la loro missione non è soltanto quella di riscoprire il patrimonio musicale italiano ma anche quella di promuoverne e di diffonderne ovunque la conoscenza.
Non a caso essi hanno avviato un percorso di recupero e di promozione della musica sacra di Legrenzi: è un lungo percorso che ha portato fino ad oggi alla luce e alla vita due opere sacre inedite: Harmonia d'affetti devoti, a due, tre, quattro voci, opera terza (Venezia, Alessandro Vincenti, 1655); Compiete con le lettanie et antifone della Beata Vergine a 5, opera settima (Venezia, Francesco Magni detto Gardano, 1662).
Entrambe sono «prime registrazioni mondiali» pubblicate da Naxos Records, che esaltano la potenza artistica di questa musica affascinante attraverso una esecuzione filologica affidata a sole voci maschili.

La scelta di affidare le linee vocali del Cantus, dell'Altus, del Quintus, del Tenor e del Bassus a un quintetto di voci maschili non nasce da una scelta personale, opinabile, ma dal rispetto delle norme teoriche, sancite da secoli di pratica esecutiva e fissata nei decreti liturgici della Chiesa di Roma, che stabilirono fin dal Sinodo di Laodicea (364 d. C.) che «tacet mulier in Ecclesia, absit mulier a Choro».
A parte questo, una formazione paribus vocibus è quella ideale per raggiungere l'equilibrio e l'omogeneità del suono vocale complessivo, che viene compromesso quando le parti di Cantus e Altus sono affidate a voci femminili.
Scritte seguendo la nuova libertà stilistica indicata dalla «Seconda prattica» monteverdiana, in stile concertato, queste due raccolte offrono un'occasione preziosa per esplorare e godere di una musica speciale: è una musica di freschezza e di emozione attraversata da profonda spiritualità. In una parola è musica sublime.
Compieta è la parte conclusiva della giornata monastica. È un corpus di preghiere appartenenti a una liturgia raramente posta in musica.
L'Harmonia d'affetti devoti è scritta per un ristretto numero di voci, ed è destinata all'esecuzione liturgica quotidiana per soddisfare le esigenze delle numerose Chiese provinciali che disponevano di modeste risorse finanziarie.

Contiene quattordici composizioni così distribuite: quattro per due voci (due per due Cantus; una per Altus e Tenor; una per Cantus e Bassus; sei per tre voci; quattro per quattro voci e Basso continuo.
In tutto, Legrenzi presenta una grande varietà di modelli formali e tecniche compositive associate allo stile concertato. Inoltre, il suo linguaggio, ricco di inediti effetti timbrici, spunti armonici, soluzioni originali per commuovere ed eccitare le passioni dello spirito, rappresenta un esempio mirabile della musica barocca italiana.
Non a caso la poesia della musica di Legrenzi è veramente rappresentativa dello stile barocco; si eleva a un vertice di grande intensità espressiva, attraverso un linguaggio musicale caratterizzato da un contenuto espressivo sottile e luminoso; da una singolare raffinatezza melodica; da una sapienza armonica raffinatissima; da una magnifica declamazione del testo.
Entrambe le raccolte sono pervase da una magia di suoni che conduce a una tensione emotiva senza fine.
Perfetta eleganza, meraviglia e stupore sono le qualità che caratterizzano queste due nuove opere legrenziane finalmente strappate dall'oblio del tempo e riconsegnate alla fruizione degli esecutori e del pubblico.

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